Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla rinascita della retorica della "città spontanea"; in tempi di recessione economica, si fa sempre più spesso appello all'informale come soluzione contro i mali della città neoliberista.
Protagonista della città informale è la cosiddetta infill architecture, una forma di produzione edile, in cui la residenza è ridotta a una struttura flessibile, personalizzata dai suoi abitanti.
Questa concezione dell'abitare risponde alla rapida crescita delle città, ma è anche promossa quale strumento per incoraggiare la partecipazione degli abitanti alla costruzione del proprio ambiente: in antitesi all'architettura iperprogettata, il modello infill viene sempre più riconosciuto come un mezzo per dare spazio alla creatività del singolo abitante.
In realtà, la linea ideologica che divide questo sistema dalla condizione di molte baraccopoli, nelle quali il fai da te è una scelta obbligata piuttosto che un modello costruttivo originale, è ambigua e sottile.
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House O | Jun Igarashi
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Jun Igarashi | House O, RubeshibeIn una piccola cittadina nel nord del
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