House O | Jun Igarashi
-
Jun Igarashi | House O, RubeshibeIn una piccola cittadina nel nord del
giappone l'architetto Jun Igarashi realizza una casa in cui ogni singola
funzione d...
30 marzo 2012
27 marzo 2012
26 marzo 2012
16 marzo 2012
14 marzo 2012
7 marzo 2012
6 marzo 2012
Isabella Mara - Pass-Home - vernissage sabato 24 marzo - [archiattack]studio - benevento
Pass-Home nasce da un viaggio fatto nei Balcani occidentali, in cui sono stati percorsi circa cinquemila chilometri, passando per Albania, Macedonia, Grecia, Montenegro, Bosnia, Croazia, Slovenia e tornando infine a Milano. Il viaggio diviene motivo di una ricerca sul rapporto tra le persone e la propria casa, alla luce delle teorizzazioni sull'identità di Francoise de Singly. Egli fa notare come oggi si dovrebbero abbandonare le metafore delle “radici” e dello “sradicamento”, riguardanti il rapporto dell’individuo con la sua comunità di nascita per sostituirle con quelle del “gettare e issare le ancore”. Questo atto non ha niente di irrevocabile e definitivo, le radici se tolte dalla terra muoiono, al contrario le ancore si spostano in molti porti diversi. L’àncora è legata ad una nave che assume qui l’aspetto di una casa, una casa mobile che si sposta, una persona porta dentro di sé la sua casa, in un viaggio che dura tutta la vita. Con le immagini dell’individuo-casa-àncora Isabella Mara ha lavorato sul materiale raccolto, dei piccoli pezzi ogni giorno e ha disegnato con dei ritagli di giornale, memoria di persone, luoghi, sogni, differenze e speranze, muovendosi tra documentazione e reinterpretazione. Il Viaggio viene così evocato in questo “album-sequenze” di disegni-collage, il solo elemento che dà cemento è la volontà di salvaguardare un istante, una miniatura della vita.
Isabella Mara (1977) vive e lavora a Milano. La sua ricerca parte da tematiche sociali ed indaga la complessa relazione che l'uomo ha con le immagini e con la percezione ordinaria del quotidiano. I suoi interventi si sviluppano principalmente con il disegno, il collage, il video e le installazioni, attraverso questi metodi riorganizza e riordina il mondo visibile che ci circonda. Il suo lavoro spazia da piccoli lavori su carta a composizioni di grandi dimensioni. Nel 2008 è stata artista in residenza ad Hoorn (Olanda) con il progetto Oostereiland Prison, e quindi presso Hotel MariaKapel. Nel 2010 durante la residenza a Biella, realizza il progetto “Giornateicontatè”, un opera d'arte partecipativa in collaborazione con la Città di Biella e da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. Le sue opere sono state presentate in diversi spazi espositivi, tra cui, nel 2010, Museo Leonardo da Vinci (Milano), C-Festival (Faenza), PAN-Palazzo delle Arti (Napoli) e nel 2011, MACRO, (Roma), XV Biennale de le Mediterranee (Thessaloniki), Museo Marino Marini (Firenze), Fondazione Carisbo (Bologna), Palazzo Barolo (Torino), Palazzo Trevisan (Padova), Centro Museale San Michele degli Scalzi (Pisa).
organizzazione:: [archiattack]
dove:: [archiattack]studio | via francesco paga, 77 | 82100 benevento
orari mostra:: dal 24 marzo 2012 al 5 maggio 2012
dal lunedi al venerdi | 10.00 - 19.00
sabato su appuntamento
1 marzo 2012
artista del mese - Simona Barbagallo - Un Sogno Ipetrofico
Un sogno ipertrofico 2010/2011
‘Chi sono io. Mi piacerebbe fare un esperimento, essere per un periodo lungo a piacere, la somma di tanti.’
Tutto nasce da una sorta di fantasia di “ipertrofia” dell’Io, consapevole che c’è un filo rosso comune a tutti gli individui e consapevole d’altra parte che l’identità di ciascuno si fonda su basi biologico-temperamentali idiosincratiche che vengono implementate dagli incontri con l’altro. L’esperimento consiste in una serie di immagini e di brevi testi che sintetizzino l’identità di tanti proiettata su di me. Il prodotto, costruito via facebook, consiste in una produzione verbale dell’interlocutore in risposta alla domanda “chi sono io?” (da intendersi come proiezione di un’idea di sé su di me), in un tempo disponibile di 24 ore. Si tratta di una risposta alla domanda (sottoposta come affermazione) “chi sono io” a cui probabilmente l’interlocutore risponde esprimendo una parte disponibile alla sua memoria di se stesso, attribuendola a una persona sconosciuta (io), di cui non dispone nemmeno l’immagine. L’ipotesi è che l’interlocutore scelga di esprimere una parte della propria immagine ideale altrimenti nascosta. Nel caso di un aspetto dell’immagine ideale, l’interlocutore si sente gratificato per poter attribuire nel “gioco interattivo” ad un altro qualità che vorrebbe avere, essere attraverso l’altro ciò che vorrebbe essere. Nel secondo caso approfitterebbe del “gioco interattivo” per esprimere un aspetto poco accettabile, nascosto di sé, che diventa esprimibile proprio perché attribuito ad un altro, cioè a me. L’interazione è comunque gratificante, una sorta di psicodramma soggettivamente utile. I testi scorrono davanti allo sguardo dello spettatore come un corrispondente archivio cartaceo che si accumula man mano che le risposte aumentano.
http://www.simonabarbagallo.blogspot.com/
Iscriviti a:
Post (Atom)
blog network
-
-
Navid Nuur | Broken circle | 2011 - Navid Nuur | Broken circle | 2011Il colore del neon è determinato dal tipo di gas utilizzato nel tubo e dal rivestimento di polveri fluorescenti della par...